Il miglior approccio terapeutico delineato negli ultimi anni dalla letteratura per affrontare una scoliosi idiopatica nei ragazzi consiste di una serie di interventi sinergici: l’uso del corsetto, con indossamento proporzionale alla gravità della scoliosi, la fisioterapia specifica e, se necessario, un supporto psicologico per aiutare il giovane paziente ad accettare il corsetto in un momento della vita in cui il confronto e il contatto con i pari è fondamentale per la sua formazione.
La chirurgia resta l’ultima spiaggia, da usare solo se l’angolo di Cobb supera soglie precise. Tra i protocolli PSSE (Physiotherapy scoliosis-specific exercises, esercizi fisioterapici specifici per la scoliosi), c’è per esempio il SEAS (Scientific Exercise Approach to Scoliosis), protocollo per il quale esistono interessanti evidenze di efficacia in letteratura.
Più di recente, alcuni studi si sono concentrati su esercizi di rinforzo della stabilità del core. Un team del West China Hospital della Sichuan University ha, quindi, deciso di condurre una revisione di letteratura per capire se questo approccio sia valido o meno.
La core stability per scoliosi lievi e moderate
Pubblicata su Journal of Orthopaedic Surgery and Research, la revisione si basa su 10 studi in tutto, per un totale di 449 pazienti, con angolo di Cobb variabile tra 22.86° ± 8.79°. Sei di questi studi sono stati valutati “buoni” per quanto riguarda i bias, mentre gli altri 4 sono stati definiti “a rischio”.
Gli interventi fisioterapici sono stati condotti per un periodo variabile tra 8 settimane e 6 mesi. Gli autori hanno, quindi, confrontati i risultati ottenuti con gli esercizi di core stability su: aspetti strutturali, come angolo di Cobb, angolo di rotazione del tronco e rotazione vertebrale apicale; aspetto visibili, misurati con la Walter Reed Visual Assessment Scale (WRVAS) e con l’indice di simmetria del tronco posteriore (POTSI); aspetti funzionali, come capacità vitale forzata, volume espiratorio forzato in 1 secondo e il rapporto tra i due; qualità di vita, misurata con il questionario SRS-22.
Per ogni valutazione c’è stato un gruppo di controllo sottoposto ad altri tipi di esercizio oppure non trattato. Secondo i risultati ottenuti dal team che la core stability dia esiti migliori sugli aspetti strutturali considerati rispetto al gruppo di controllo vuoto. Simile il risultato per la qualità di vita.
I risultati ottenuti con la core stability sarebbero assimilabili a quelli ottenuti con il protocollo SEAS, per esempio, ma sembrerebbero inferiori a quelli che si raggiungono con gli esercizi tridimensionali, almeno per l’angolo di Cobb, l’angolo di rotazione del tronco e lo score WASRS.
Gli autori concludono che il rinforzo della stabilità del core possa essere usata in clinica in alternativa ad altri esercizi fisioterapici specifici, come i diversi protocolli PSSE. Sarebbero comunque necessari ulteriori studi per confermare questa evidenza e fornire così basi più solide a chi opera con i ragazzi con scoliosi idiopatica da lieve a moderata.
Studio: Liu, X., Wang, Y., Liu, M. et al. The efficacy of core stabilization exercise in mild and moderate adolescent idiopathic scoliosis: a systematic review and meta-analysis. J Orthop Surg Res 20, 214 (2025). https://doi.org/10.1186/s13018-025-05612-7