L’associazione tra chirurgia ortopedica maggiore e tromboembolismo venoso (TEV) è ben documentata in letteratura, soprattutto in assenza di profilassi adeguate.

Questa complicanza determina spesso un nuovo ricovero ospedaliero e, comunque, aumenta i costi di cura del paziente, che sia sintomatica o asintomatica.

La TEV può manifestarsi anche in seguito a un intervento artroscopico di anca, effettuato magari per correggere lesioni del labrum articolare, per intervenire su casi precoci di artrosi e per risolvere un impingement femoroacetabolare.

Una recente revisione della letteratura, condotta da un team del Yanbian University Hospital di Yanji (in Cina), punta a individuare i fattori di rischio per lo sviluppo di questa complicanza, così da ideare protocolli di profilassi e monitoraggio post-operatorio adeguati.

Gli studi inclusi nella revisione

La ricerca tra i lavori presenti in letteratura ha portato all’individuazione di soli 5 studi da inserire in questa meta analisi. Si tratta di ricerche condotte tra il 2015 e il 2023 e che, nel complesso, riguardano 71 mila 815 pazienti, tutti sottoposti ad artroscopia di anca. 3 di questi lavori sono studi di coorte, mentre 2 sono studio di caso-controllo.

Tutti gli studi sono stati condotti in Nord America, 4 negli Stati Uniti e 1 in Canada. Il livello di qualità di questi lavori è alto. Le variabili prese in considerazione dai lavori sono obesità, fumo, età superiore ai 45 anni, uso di contraccettivi orali, presenza di diabete e il genere. La revisione va quindi a valutare uno a uno questi fattori, per verificarne la correlazione con lo sviluppo di TEV. La meta-analisi è pubblicata su “Journal of Orthopaedic Surgery and Research”.

I 3 fattori di rischio

In 4 degli studi inclusi, valutati come abbastanza omogenei, si indaga la relazione tra obesità e sviluppo di tromboembolismo venoso, ottenendo risultati positivi: l’obesità sembra, infatti, essere un fattore di rischio statisticamente significativo, aumentando di 1,41 volte la possibilità di TEV.

L’influenza dell’età del paziente sulla TEV viene considerata solo in 2 studi, per di più abbastanza eterogenei. L’uso di un modello random forest ha comunque permesso di arrivare a un esito positivo: anche l’età, superiore ai 45 anni è da considerarsi un fattore di rischio, che risulta aumentato di 1,49 volte.

Infine, il fumo di sigaretta è stato analizzato da 3 studi, come fattore di rischio, risultando effettivamente un aspetto da tenere in considerazione.

In questo caso il rischio aumenta di 1,29 volte. Per confermare questi risultati, gli autori hanno eseguito una analisi di sensibilità, eliminando di volta in volta uno degli studi interessati e giungendo sempre allo stesso esito.

Ma qual è il nesso possibile tra questi fattori di rischio e lo sviluppo di TEV? Nel caso del diabete e del fumo di sigaretta, l’alto stato infiammatorio di base dei soggetti, mentre nel caso dell’età, una serie di cambiamenti fisiologici come l’aumento dei fattori di coagulazione VIII, IX e XI e un cambiamento strutturale dei vasi sanguigni.

I pazienti che rispondono alle caratteristiche qui descritte dovrebbero essere seguiti in modo adeguato per evitare lo sviluppo di TEV, oppure individuarlo precocemente.

Studio: Li, H., Zhang, H., Zhou, S. et al. Risk factors for venous thromboembolism after hip arthroscopy: a systematic review and meta-analysis. J Orthop Surg Res 20, 134 (2025). https://doi.org/10.1186/s13018-025-05536-2