La rottura del tendine di Achille è generalmente associata a traumi o infortuni, con improvviso aumento della torsione a carico del tendine. La lesione che si genera può essere parziale o totale e generalmente interessa i primi 5-6 cm dall’inserzione sul calcagno.
L’incidenza è di circa 18 casi ogni 100 mila soggetti e in oltre il 65% dei casi la lesione si verifica in ambito sportivo, su soggetti di età superiore ai 30 anni.
Le attività più a rischio per questa lesione sono calcio, basket e tennis, seguite da squash, corsa, atletica leggera, ginnastica e ballo.
Il dolore che si prova alla rottura è intenso, localizzato a carico del tallone e del polpaccio. A livello funzionale, vi è impossibilità a flettere la caviglia e nella spinta sulla punta del piede.
Tra le possibili strategie utilizzate per la riparazione del tendine di Achille vi è anche l‘inserimento di un tutore interno che garantisce una fissazione molto forte.
L’efficacia della tecnica è valutata da uno studio giapponese pubblicato dal Hiraka General Hospital e dalla Scuola di Medicina della Akita University su Cureus Journal of Medical Science.
Lo studio
Questo studio randomizzato arruola 43 pazienti, tutti con rottura del tendine d‘Achille e trattati con il tutore interno.
In 22 pazienti (gruppo A) la procedura è stata eseguita con una guida ecografica per verificare se la sutura del filo fosse posizionata al centro del moncone prossimale del tendine, mentre negli altri senza nessun supporto.
Il post-operatorio è stato simile per tutti i pazienti, con riabilitazione iniziata il giorno dopo l’intervento con esercizi di dorsiflessione e portata avanti senza carico, o con carico sostenuto da tutore, fino al raggiungimento di dorsiflessione di 0°.
Gli autori vogliono capire se la guida ecografica migliori l’inserimento del tutore o meno e con quali esiti. I parametri presi in considerazione sono il tempo operatorio, la scala caviglia/retropiede della Japanese Society for Surgery of the Foot, esiti di una risonanza magnetica a 3 mesi dall’intervento in T2-con carico e complicanze.
Gli esiti della guida ecografia
Gli autori hanno evidenziato un tempo operatorio decisamente inferiore con l’ausilio della guida ecografica, pari a 41.9 ± 7.5 minuti, contro i 52.1 ± 6.5 necessari senza ecografia. Inoltre, nei pazienti del gruppo A si è vista una percentuale inferiore di aree ad alta intensità.
I restanti parametri sono molto simili tra i due gruppi e non si sono verificati casi di ri-rottura o infezione della ferita.
Gli autori concludono, quindi, che a parità di esiti e di sicurezza, la guida ecografica porta vantaggi interessanti all’intervento, compresa la possibilità di eseguirlo più rapidamente, il che permette anche di ridurre i costi.
Studio: Chida S, Kobayashi M, Sakuraba T, Sasaki K, Miyakoshi N. The Usefulness of Concomitant Ultrasound Guidance With Surgery for Acute Achilles Tendon Rupture Using an Internal Brace. Cureus. 2025 Feb 20;17(2):e79340. doi: 10.7759/cureus.79340. PMID: 39980712; PMCID: PMC11840447.