Bambini e adolescenti non sono esenti dalla possibilità di ledere in parte o del tutto il legamento crociato anteriore. Spesso tale lesione è asintomatica, soprattutto rispetto al dolore, sebbene in molti casi si riferisca di aver percepito il suono della rottura del legamento e di sentire il ginocchio meno compatto e sostenuto. Ne deriva, in particolare, una certa instabilità nel passo.
Idealmente bisognerebbe intercettare il trauma per portare il soggetto in Pronto Soccorso per verificare la presenza di una lesione. La rottura del crociato anteriore è un infortunio che sembra crescere d’incidenza nella fascia di età 3-20 anni. Per esempio, lo stato di New York ha registrato un aumento delle ricostruzioni del crociato anteriore in questa fascia d’età dal 17.6 ogni 100 mila persone del 1990 al 50.9 ogni 100 mila persone nel 2009.
Inoltre, riulta che l’incidenza di rottura di questo lineamento tra i 6 e i 18 anni sia aumentato del 2,3% l’anno negli ultimi 20 anni. La lettura di questo dato è duplice: da una parte, i bambini sono sempre più coinvolti in attività agonistiche, dall’altra è aumentata la capacità di diagnosticare la rottura.
Una recente analisi bibliometrica cinese, pubblicata su Journal of Orthopaedic Surgery and Research, valuta lo stato della ricerca in questo ambito e i trend più recenti.
Dove la ricerca è più fruttuosa e produttiva
Tra il 2003 e il 2023 in letteratura sono apparsi 1328 articoli incentrati sulla rottura del crociato anteriore in bambini e adolescenti. Il team ne ha selezionati 637. La maggior parte di questi lavori afferiscono a Istituti statunitensi (434), mentre al secondo posto troviamo la Francia (40) e al terzo il Canada (36).
Diverso il discorso se si parla di citazioni: in questo caso al primo posto troviamo ancora gli Stati Uniti, ma al secondo arriva l’Australia e al terzo resta il Canada. Gli autori sottolineano quindi che gli Stati Uniti sono i leader trainanti la ricerca in questo settore, sebbene negli ultimi anni anche i paesi del Nord Europa hanno fornito studi con importanti indicazioni.
Il principale istituto che si concentra su questo tema è il Childrens Hospital of Philadelphia, seguito dal New York Special Surgery Hospital e dal Boston Children’s Hospital. In linea generale, i primi 10 Istituti per numero di pubblicazione sono statunitensi.
La rivista internazionale che più di frequente pubblica questo tema è l’American journal of sports medicine, seguito dall’Orthopedic Journal of Sports Medicine e dal Journal of Pediatric Orthopedics. Questi risultati non dovrebbero stupire, dal momento che gli Stati Uniti danno da sempre grande importanza alla medicina dello sport e sono noti per la ricerca nell’ambito della rottura dei crociati anteriori.
Per quanto riguarda le keywork più frequentemente utilizzate, il team di ricerca segnala “anterior cruciate ligament reconstruction”, “injury, children, adolescent”, and “skeletally immature patients”. Lo studio sottolinea il fatto che l’attenzione al tema subisce delle variazioni ondulatorie negli anni, come se ci fossero momenti di maggior interesse e altri in cui ci si concentra su tematiche differenti.
Principali evidenze
La ricerca ha effettivamente individuato un maggior rischio di frattura del legamento crociato anteriore in individui con apparato scheletrico immaturo, individuando i soggetti a maggior rischio, ovvero i bambini che giocano a calcio. Anche il rischio di recidiva è più alto nei soggetti di età inferiore ai 25 anni rispetto che nelle altre fasce di età, soprattutto se tornano a giocare allo stesso livello.
Tra i fattori determinanti sembra esserci l’aumento dell’angolo di abduzione del ginocchio, che si amplifica durante la crescita nelle ragazze. Ancora controverso il tipo di approccio da utilizzare con questi pazienti: sembrerebbe che la conservazione epifisaria combinata alla ricostruzione dia gli esiti più favorevoli.
Studio: Liang, J., Luo, Y., Yang, Y. et al. Global overview of anterior cruciate ligament reconstruction in children and adolescents over the past 20 years: a bibliometric analysis. J Orthop Surg Res 19, 350 (2024). https://doi.org/10.1186/s13018-024-04829-2