Nell’ultimo secolo l’età media è cresciuta non solo nei Paesi ad alto reddito, ma anche in quelli a medio e basso reddito, così che anche i loro sistemi sanitari si trovano ad affrontare le stesse nostre sfide. Tra queste, anche l’aumento del numero di fratture di femore.
Un recente studio pakistano, condotto dalla Università Aga Khan di Karachi e pubblicato sulla rivista Journal of Orthopaedic Surgery and Research, valuta la capacità di un indice di fragilità nell’individuare i pazienti che svilupperanno complicanze nel post-intervento di artroplastica di anca, così da poterli seguire al meglio.
L’indice di partenza è l’indice di fragilità modificato a 5 indicatori (mFI-5), più facile da usare nei Paesi a basso reddito rispetto ad altri strumenti, quali per esempio l’Elixhauser Comorbidity Measure e il Charlson Comorbidity Index.
Con mFI-5 ≤ 1 il rischio complicanze aumenta
Per verificare l’efficacia dell’indice mFI-5 nel proprio contesto di cura, gli autori hanno allestito uno studio retrospettivo su 498 pazienti sottoposti ad artroplastica totale di anca per frattura di femore.
Lo studio ha suddiviso i partecipanti in 2 classi in base al fatto che avessero un mFI-5 maggiore o inferiore o uguale a 1. Si è così visto che nella maggioranza dei casi i pazienti avevano un indice inferiore o uguale a 1 (62,8%). Si è quindi passati a individuare correlazioni con possibili complicanze, mettendo in evidenza che queste sono più probabili proprio nei pazienti con mFI-5 inferiore o uguale a 1. Questi pazienti hanno un rischio il 97% maggiore rispetto a quelli con un mFI-5 maggiore di 1.
Gli autori individuano poi un’altra correlazione interessante: ogni giorno di degenza in più aumenta il rischio di complicanze del 13%.
Le conclusioni
Dal momento che la popolazione geriatrica sta aumentando in Pakistan, così come in altri Paesi in via di sviluppo, e che le complicanze post artroplastica totale di anca aumentano anche i costi sociosanitari, gli autori suggeriscono di inserire l’uso del mFI-5 nella routine ospedaliera, per individuare i pazienti che necessitano di maggiori attenzioni nel post-operatorio e anche per definire un planning operatorio più adeguato alle loro condizioni.
In questo modo potrebbero beneficiarne senza dubbio i pazienti e le loro famiglie e il sistema nel suo complesso.
Fonte: Ali, U., Malik, S.A.R., Iqbal, B. et al. The modified 5-item frailty index in total hip arthroplasty patients: a retrospective cohort from a low-middle income country. J Orthop Surg Res 20, 299 (2025). https://doi.org/10.1186/s13018-025-05505-9