Dolore e disfunzione dopo l’allenamento? Utilità di idroterapia e crioterapia

Ledere fibre muscolari nel corso di un allenamento è possibile. Per ridurre il dolore e facilitare il recupero sono utili idroterapia e crioterapia. Ma quali dei vari metodi? Risponde una review della letteratura.

Condurre una vita attiva è condizione fondamentale per una vita sana, ma anche l’esercizio fisico può portare alcuni problemi, un esempio è il danno muscolare indotto da esercizio fisico (EIMD – Exercise-induced muscle damage). Si tratta di una condizione che interessa soprattutto atleti che sforzano troppo durante una sessione di allenamento ed è caratterizzata da dolore, gonfiore, infiammazione e ridotta funzione muscolare.

In alcuni casi si ha perdita di forza muscolare, formazione di edema e aumento della temperatura corporea. Da ultimo, il danno muscolare può portare alla presenza di proteine proprie della muscolatura nel sangue. L’EIMD si presenta normalmente con un picco tra le 24 e le 72 ore dopo l’esercizio, per poi rientrare da solo tra i 5 e i 7 giorni. La domanda è se ci siano modi per ridurre gli effetti della fatica.

Due possibili risposte sono l’idroterapia, che prevede di immergersi in acqua dopo l’allenamento, e la crioterapia, che prevede l’uso di acqua fredda sulla parte dolente. Tuttavia, idroterapia e crioterapia possono essere agite in modi differenti: una recente revisione cinese cerca di capire quale sia il migliore per lavorare sull’EIMD.

Tipi di terapia a confronto

Sono cinque i database presi in considerazione da questo team: PubMed, EMBASE, Cochrane Central Register of Controlled Trials, Web of Science e CNKI. In tutto sono 57 gli studi, tutti randomizzati e controllati, utilizzati per la revisione, per un totale di 1220 atleti coinvolti.

In questi studi la crioterapia e l’idroterapia vengono messe a confronto con altri metodi: immersione in acqua fredda, inferiore ai 20°C (44 studi); immersione in acqua termoneutrale, compresa tra i 20 e i 36 °C (14 studi); crioterapia (14 studi), ovvero l’immesione del corpo in una nuvola di azoto per abbassarne la temperatura; immersione in acqua prima fredda e poi calda (6 studi); immersione in acqua calda, con temperatura superiore ai 36°C (1 studio). Gli autori hanno messo insieme le ultime due tipologie di studio. Vediamo quale, tra le tante tecniche prese in considerazione, consente di ottenere gli esiti migliori.

Idroterapia a contrasto e crioterapia sono i metodi più efficienti per l’EIMD

Il lavoro di analisi statistica messo in atto da questo team di ricerca individua due diverse tecniche che sembrano essere efficaci, per di più su aspetti differenti dell’EIMD. L’idroterapia svolta con tecnica a contrasto, quindi alternando acqua calda e acqua fredda, sembra essere la più efficace per il recupero del marker biochimico creatinchinasi, i cui livelli nel sangue aumentano esponenzialmente quando si ha un danno muscolare.

L’altro metodo che sembra essere efficace è la crioterapia, ideale per ridurre il dolore muscolare e per recuperare l’abilità al salto. Quindi, a seconda della sintomatologia dell’atleta, si può utilizzare l’una o l’altra tecnica oppure si possono usare insieme, in modo sinergico. Lo studio è pubblicato su BMC Musculoskeletal Disorders.

Lo studio: Chen, R., Ma, X., Ma, X. et al. The effects of hydrotherapy and cryotherapy on recovery from acute post-exercise induced muscle damage. A network meta-analysis. BMC Musculoskelet Disord 25, 749 (2024). https://doi.org/10.1186/s12891-024-07315-2