Grazie anche all’altissimo volume di interventi effettuati annualmente nel mondo, l’artroplastica totale del ginocchio è una procedura sicura. Tuttavia, non mancano le complicanze post-operatorie a medio e lungo termine, che possono richiedere anche nuovi ricoveri, con un impatto sociosanitario ed economico non indifferente.

Sarebbe vantaggioso tanto per i pazienti, quanto per le strutture ospedaliere, poter contare su programmi di follow-up calibrati sul reale rischio di sviluppare queste complicanze.

Un recente studio retrospettivo statunitense valuta quale sia l’impatto del tipo di dimissione effettuata, se verso il domicilio del paziente o verso una struttura di degenza, sul tasso di complicanze post-operatorie e di riammissione ospedaliera. Gli autori cercano anche di capire quali siano i fattori che aumentano il rischio di incorrere in complicanze entro 30 giorni dall’intervento di artroplastica totale del ginocchio. Lo studio è pubblicato su Journal of Orthopaedic Surgery and Research.

Dimissioni al domicilio e in struttura a confronto

Gli autori hanno individuato i pazienti da inserire nello studio dal Programma Nazionale di Miglioramento della Qualità dell’American College dei Chirurghi (ACS – NSQIP): partendo da una base di partenza di 352.824 pazienti, gli autori ne hanno selezionati cinquemila per ognuna delle tre coorti prese in considerazione: dimessi al domicilio, in una struttura infermieristica (SNF) o in una struttura riabilitativa (IRF).

I pazienti inseriti nelle tre coorti presentano corrispondenze che consentono di condurre una comparazione dei risultati. Innanzitutto, i pazienti dimessi al domicilio incorrono molto meno spesso in complicanze rispetto a quelli delle altre due coorti. Per fare degli esempi, questi pazienti hanno tassi di sepsi, embolia polmonare, complicazioni renali, ictus, trombosi venosa profonda e polmonite molto inferiori rispetto agli altri.

Anche per queste ragioni, il loro tasso di riammissione in ospedale è solo del 3,7%, contro il 4,56% di chi è ricoverato in una struttura infermieristica e il 4,9% di chi è in una struttura riabilitativa. In generale la richiesta di un secondo ricovero è dovuta, in tutti e tre i gruppi, a infezione al sito chirurgico.

I fattori di rischio

Come anticipato, gli autori hanno cercato anche i fattori di rischio che incidono sul tasso di complicanza post-operatoria. Il rischio sembra crescere con l’età del soggetto, il suo BMI, il genere maschile, una classe ASA di almeno 4 e una storia di BPCO.

Importante anche la lunghezza del ricovero: maggiore è e più alto è il rischio di complicanze. Tutti questi fattori individuano la complessità del paziente e anche la sua fragilità che, a sua volta, correla positivamente con il rischio di complicanze.

Studio: Whitaker S, Cole S, Peri M, et al. Higher complication and readmission rates after total knee arthroplasty with discharge to inpatient facility vs. home: a propensity score matched analysis. J Orthop Surg Res 19, 806 (2024). https://doi.org/10.1186/s13018-024-05294-7