La artrodesi di caviglia è la strategia chirurgica più utilizzata per rispondere alla artrosi in stadio finale, quando dolore e deformazioni non possono essere più gestiti con le terapie conservative.

Eseguita a cielo aperto o in artroscopia, l’artrodesi porta ottimi risultati in termini di riduzione del dolore e recupero della mobilità. L’intervento si associa a un alto tasso di non unione.

In letteratura sono presenti studi finalizzati a individuare i fattori di rischio di questa mancata unione, ma di solito sono condotti su un basso numero di pazienti, portando a scarsa evidenza scientifica.

Più recentemente la rivista BMC Musculoskeletal Disorders ha pubblicato uno studio condotto da ricercatori di Taiwan che si basa su un ampio database nazionale, il National Health Insurance Research Database, per un totale di 107 pazienti che sono andati incontro a mancata unione.

Per avere un confronto su cui poter lavorare, gli autori hanno selezionato anche 428 pazienti adatti per genere ed età da usare come controllo.

Lo studio

In questo studio caso-controllo retrospettivo, gli autori hanno selezionato tutti i pazienti sottoposti ad artrodesi di piede e caviglia per i quali fosse registrato un follow up di almeno 6 mesi. La ricerca dei fattori di rischio è stata effettuata con una regressione logistica, evidenziando un rischio 1,71 volte maggiore di non unione nei pazienti affetti da diabete mellito, indipendentemente dalla presenza o meno di artrosi primaria o traumatica, di osteoporosi, di artrite reumatoide e dall’articolazione trattata.

Nessuna differenza è stata trovata, inoltre, tra tipologia di intervento effettuato: artrodesi aperta o in artroscopia, con fissazione interna o esterna o con l’uso di innesto osseo. Tra i pazienti che non presentano diabete al momento dell’intervento, invece, è la sede di artrodesi a determinare un aumento del rischio: quanto effettuata a livello dell’articolazione tarso-metatarso, il rischio di non unione cresce di 6,507 volte.

Incidenza dell’articolazione di caviglia

A differenza delle artrosi di anca e ginocchio, che sono per lo più legate a degenerazione da invecchiamento, quella di caviglia è spesso di natura secondaria a traumi. Se si guarda l’incidenza, infatti, questa patologia colpisce soprattutto giocatori di calcio (45%) e ballerini (59%), che stressano enormemente l’articolazione.

Data la peculiarità di questa articolazione, l’intervento viene sempre lasciato come ultima spiaggia, anche perché l’artrodesi blocca l’articolazione danneggiata, limitando in parte i movimenti.

Studio: Chiang, CH., Lin, CH., Yang, H. et al. Risk factors for non-union in foot and ankle arthrodesis: a population-based case–control study using registry data. BMC Musculoskelet Disord 26, 253 (2025). https://doi.org/10.1186/s12891-025-08482-6

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