Quando la lombalgia interferisce con la funzionalità quotidiana

Uno studio spagnolo si è proposto di indagare le situazioni nelle quali la lombalgia diventa limitante, minando la funzionalità quotidiana di chi ne soffre.

Si stima che, nel mondo, una persona su cinque sperimenti almeno una volta nella vita un episodio di lombalgia, condizione definita come multifattoriale e dalle cause biopsicosociali, che non di rado sfocia nella persistenza.

Negli anni sono stati tanti gli studi condotti sulla lombalgia e oggi possiamo dire di conoscere abbastanza bene il fenomeno: colpisce sopratutto le donne di una certa età; peggiora in presenza di credenze errate, povertà, mancanza di sonno, stati di stress e disturbi dell’umore; si associa spesso al mantenimento di posture scorrette nell’arco della giornata e a deficit sensomotori che ricadono sul controllo posturale.

Uno studio spagnolo, pubblicato su Journal of Rehabilitation Medicine, indaga quali dei fattori che influenzano la lombalgia rendano il disturbo davvero interferente con la funzionalità quotidiana. Informazioni importanti per progettare un percorso terapeutico centrato davvero sul paziente e sulle sue esigenze.

Caratteristiche e funzionalità considerate

Dato l’obiettivo dello studio, gli autori hanno arruolato 99 pazienti già inseriti in un percorso terapeutico basato sull’esercizio fisico, al 67,7% donne e di età media 54,37 anni.

Gli autori hanno raccolto per ogni soggetto una serie di informazioni di carattere demografico, come età, genere, stato matrimoniale e lavorativo, livello di istruzione e socioeconomico, e clinico, come presenza di comorbidità, BMI, durata del dolore, trattamenti usati per alleviare il dolore e uso di terapie alternative, come Mindfullness, yoga, pilates e così via.

L’intensità dolorosa è stata misurata con la scala NRS. Infine, per valutare l’interferenza funzionale data dal dolore gli autori hanno usato il Pictorial Pain Interference Questionnaire, basato su 10 immagini relative ad altrettante attività base della vita quotidiana: i partecipanti hanno dato uno punteggio da 0 a 5 a ogni attività, in base a quanto il dolore diventa un impedimento a svolgerla.

Da un punto di vista fisico, i ricercatori hanno anche utilizzato tre test per valutare la funzionalità dei pazienti: Time Up and Go Test per gli arti inferiori; il 30-s Arm Curl Test e il 30-s Chair Test per valutare la forza della muscolatura degli arti superiori e inferiori; International Physical Activity Questionnaire Short Form per valutare il grado di allenamento.

Infine, sono state prese in considerazione la qualità del sonno (12-item Medical Outcomes Study Sleep), la presenza di ansia e depressione (Hospital Anxiety and Depression Scale), la presenza di supporto sociale ed emotivo (11-item Duke-UNK Functional Social Support Questionnaire) e la qualità della vita legata alla salute (SF-12v1). Una volta ottenute tutte le informazioni, gli autori si sono affidati all’analisi bivariata.

Buon sonno e soddisfazione sociale sono fondamentali

Tra i 99 partecipanti allo studio, il 37,4% è stato classificato come affetto da dolore lieve, il 27,3% da dolore moderato e il 35,4% da dolore intenso.

L’analisi bivariata mostra come il dolore particolarmente intenso, una scarsa qualità del sonno, una bassa qualità di vita e la presenza di disordini mentali possano rendere la lombalgia particolarmente interferente nei confronti della funzionalità quotidiana.

Anche il consumo di oppioidi lievi è un fattore da tenere in considerazione. Grazie a queste informazioni è possibile valutare meglio il paziente e stabilire con lui un percorso di cura adeguato, che sia multifattoriale come la lombalgia stessa.

Lo studio: Moreno-Ligero M, Salazar A, Failde I, Del Pino R, Coronilla MC, Moral-Munoz JA. Factors associated with pain-related functional interference in people with chronic low back pain enrolled in a physical exercise programme: the role of pain, sleep, and quality of life. J Rehabil Med. 2024 Nov 15;56:jrm38820. doi: 10.2340/jrm.v56.38820. PMID: 39545374