Se la pratica sportiva ad alta intensità protegge lo scheletro dalla perdita di massa ossea tipica dell’età, ciò non è vero per molte attività sportive che non prevedono il contatto dei piedi con il terreno, come il ciclismo e il nuoto.
Ci sono diversi studi in letteratura che dimostrano come ciclisti e nuotatori agonisti abbiano un BMI (body mass index) paragonabile a quello di persone sedentarie: in una revisione brasiliana del 2016 si evidenzia per esempio un ridotto BMD (bone mineral density) nelle anche, gambe, pelvi e spina lombare dei ciclisti e nelle gambe dei nuotatori (doi: 10.1016/j.rbre.2016.02.013) presi in considerazione, rispetto ai controlli.
Chi è impegnato in attività sportive a basso impatto deve quindi seguire un allenamento specifico per preservare la propria densità ossea: una recente revisione di scopo norvegese offre un riassunto degli esercizi potenzialmente utili a prevenire l’osteoporosi e l’osteopenia dopo i 50 anni.
Caratteristiche degli studi
Pubblicata su BMC Musculoskeletal Disorders, questa revisione è stata condotta dall’Università di Scienze Applicate della Norvegia dell’Ovest, dall’Università di Bergen e dall’Ospedale Universitario Haukeland di Bergen a partire da 2528 studi. Alla fine, solo 5 hanno soddisfatto i criteri di selezioni, riportando gli esiti sul BMD di vari esercizi su ciclisti e nuotatori.
Come spesso accade, gli studi selezionati sono tra loro differenti per disegno adottato e anche per popolazione coinvolta; in particolare sono 5 anche le coorti studiate, a partire da nuotatori adolescenti di entrambi i sessi, nuotatrici sincronizzate olimpioniche, ciclisti di strada di entrambi i sessi, ciclisti amatoriali competitivi maschi e ciclisti ben allenati di entrambi i sessi. Diverse anche le modalità di intervento che includono allenamenti di resistenza, salto alla corda, allenamento al salto con integrazione di collagene e terapia vibratoria sistemica.
Alcuni degli esiti individuati
Più di uno studio tra quelli inseriti nella revisione hanno osservato un aumento dell’indice di densità ossea in atleti che seguivano allenamenti di resistenza; peccato che nessuno degli studi riporti i protocolli di allenamento utilizzati, in termini di esercizi, ripetizioni, frequenza e così via. Gli esiti di un allenamento di resistenza sono stati valutati in nuotatori. Più dettagliate le informazioni per salto della corda e terapia vibratoria sistemica, due vie individuate come altrettanto promettenti ma in una coorte di nuotatrici sincronizzate.
Anche un allenamento che preveda salti e l’assunzione di 15 mg di collagene al giorno sembra avere un effetto positivo; questa via è stata sperimentata su ciclisti di strada di età compresa tra i 16 e i 35 anni. Servono comunque maggiori studi sul tema, così da poter fornire agli allenatori di questi sport una serie di possibilità da implementare per preservare il BMD dei propri atleti.
Fonte: Florvåg, A.G., Berg, Ø.A., Røksund, O.D. et al. Exercise interventions to improve bone mineral density in athletes participating in low-impact sports: a scoping review. BMC Musculoskelet Disord 26, 73 (2025). https://doi.org/10.1186/s12891-025-08316-5