Un recente editoriale pubblicato su Osteoporosis International dalla International Osteoporosis Foundation (IOF) e dalla Bone Health and Osteoporosis Foundation commenta le nuove linee guida sviluppate dal Gruppo di lavoro dell’IOF e dalla Commissione sul Metabolismo Osseo dell’International Federation of Clinical Chemistry (IFCC) sull’uso corretto della nomenclatura degli indici biochimici di salute ossea. Pubblicate lo scorso anno sulla rivista Clinical Chemistry and Laboratory Medicine, queste linee guida aggiornano quelle più datate, risalenti al 2001.
In particolare, le nuove linee guida introducono il concetto di Indici di Stato dell’Osso, in breve BSIs, che offrono una visione olistica dello stato dell’osso e integrano un più ampio insieme di fattori rispetto agli indici precedenti. Per esempio, includono aspetti strutturali dell’osso, tenendo in considerazione molecole metaboliche, enzimatiche e regolatorie della fisiologia ossea.
Il commento delle Federazioni
In un recente comunicato stampa il professor Etienne Cavalier, presidente del gruppo di lavoro congiunto di IOF e IFCC e vice presidente della IOF Committee of Scientific Advisors, sottolinea: «Adottare un nomenclatore unificato consente ai ricercatori e ai clinici di migliorare la propria comunicazione, rinforzare la collaborazione e assicurare la corretta interpretazione degli esiti individuati con la ricerca, e quindi di garantire un reporting coerente. Questo passo è di grande importanza per raggiungere un approccio unificato e completo alla valutazione dello stato dell’osso, a beneficio dei pazienti e di tutto il settore del metabolismo osseo». Per questo il suggerimento offerto dalle due fondazioni è che le indicazioni contenute nelle linee guida vengano rapidamente applicate sul campo.
Nicholas Harvey, coautore delle linee guida e presidente di IOF, conferma: «Questo position statement approvato da IOF e IFCC è il culmine della collaborazione tra gli esperti di entrambe le organizzazioni. Crediamo che un nomenclatura standardizzata giocherà un ruolo centrale negli avanzamenti in questo settore e speriamo che venga ampiamente accolta da tutti gli stakeholder. Unificando il linguaggio clinico e i risultati di laboratorio abbiamo l’opportunità di migliorare la cura dei pazienti e accrescere la qualità della ricerca sulla salute ossea a livello mondiale».
I vantaggi di un nomenclatore condiviso
Se i professionisti in gioco sono così convinti del valore di avere una nomenclatura standardizzata è perché questa è essenziale nell’era della medicina personalizzata, basata sulla interoperabilità dei dati. Interoperabiltà che viene limitata da un uso disomogeneo della nomencaltura. Ciò ha un impatto tanto sulla ricerca clinica, quanto sulla cura dei pazienti, rendendo complessa anche la collaborazione tra professionisti abituati a usare nomenclature differenti.
Fonte: Cavalier E, Pikner R, Vasikaran SD, Bhattoa HP, Makris K, McCloskey EV, Harvey NC, Jørgensen NR, Lombardi G; Joint IOF Working Group and IFCC Committee on Bone Metabolism. Standardization of the nomenclature of bone status indices: a milestone in diagnostic consistency and clarity. Osteoporos Int. 2024 Dec 18. doi: 10.1007/s00198-024-07339-3. Epub ahead of print. PMID: 39694924.